La forza della squadra è la somma delle individualità

LA FORZA DELLA SQUADRA E' LA SOMMA DELLE INDIVIDUALITA'

Proprio così: la forza della squadra è costutituita dalla somma delle individualità che la compongono.

Prendiamo in esame i Chicago Bulls che alcuni anni fa dominarono la NBA (il campionato professionistico americano) per più di qualche stagione..

In quegli anni nel roster i giocatori più rappresentativi e “centrali” erano…

Scottie Maurice Pippen

(O+I+E+A+U+I+E+I+E,espresso in numeri 6+9+5+1+3+9+5+9+5=52=5+2=7)

Dennis Keith Rodman

(E+I+E+I+O+A, 5+9+5+9+6+1=35=3+5=8)

Toni Kukoc

(O+I+U+O, 6+9+3+6=24=2+4=6)

Stephen Douglas Kerr

(E+E+O+U+A+E, 5+5+6+3+1+5=25=2+5=7)

Michael Jeffrey Jordan

( I+A+E+E+E+O+A, 9+1+5+5+5+6+1=32=3+2=5)

Abbiamo sommato le vocali del nome e cognome di questi giocatori per ridurre il tutto ad un’unica cifra.

Il valore ottenuto determina il tipo di desiderio più profondo, la pulsione più forte, più nascosta, inconscia, che ogni persona ha dentro di sé, ma che non da modo di far vedere.

Questa pulsione è molto importante perché determina il desiderio più grande che un individuo ha dentro di sé: questo desiderio molto spesso muove le nostre azioni e se non viene appagato può provocare frustrazione e sofferenza.

Cosa desiderava veramente ognuno dei cinque giocatori sopra citati?

Scottie Pippen aveva desiderio 7, cioè nel suo intimo voleva essere apprezzato per la sua saggezza, voleva essere preso come esempio,non desiderava vivere situazioni di stress, di litigi, ma anzi al contrario per lui erano vitali anche momenti di isolamento, di calma, di tranquillità, momenti dove poter riflettere a livello interiore in maniera approfondita e distaccata.

Lo stesso tipo di pulsione era propria anche di Steve Kerr, numero 7 anche per lui, vicino a Pippen riguardo a quello che desiderava a livello più profondo

Dennis Rodman invece aveva come numero l’8, cioè soprattutto un assoluto bisogno di programmare, controllare e prevedere le situazioni con totale efficienza. Un 8 ha necessita che tutte le cose gli vengano dette e spiegate in anticipo e non gradisce affatto “sorprese dell’ultimo momento”. Un 8 inoltre brama ottenere successi, sicurezza economica, consensi, riconoscimenti materiali, quindi è disposto a tutto pur di arrivare al successo e a ottenere un certo potere.

Toni Kukoc desiderava invece 6, nello specifico una vita tranquilla, armonica, serena, dove può evitare i contrasti, il tipico uomo che sul lavoro desidera collaborare e dal lavoro stesso ambisce a garantirsi una sicurezza per sé e la sua famiglia.

Il leggendario Michael Jordan infine aveva come somma delle vocali il numero 5, numero per eccellenza della libertà, del sentirsi veramente libero, senza legami stretti né impegni o responsabilità assillanti e vincolanti, al 5 piace e fa stare bene tutto ciò che stimola i suoi sensi.

Da questa semplice analisi, che riguarda soltanto uno dei molteplici aspetti che la psicologia dei numeri può far capire anticipatamente, cioè senza bisogno di conoscere né di parlare con il soggetto in questione, possiamo già spiegare uno dei motivi del successo di questo gruppo di giocatori.

Lo studio del desiderio più profondo dei cinque giocatori più importanti di quella squadra ha infatti evidenziato un ottimo livello di armonia tra loro.

Scottie Pippen e Steve Kerr volevano essere apprezzati per la loro saggezza, volevano essere presi come esempio, quindi di certo questo li ha stimolati a comportarsi e operare in maniera molto professionale. Inoltre erano persone tranquille, analitiche, concrete, quindi di certo non erano giocatori che volevano rompere l’armonia di un gruppo, ma anzi lavoravano duro per compattarlo.

Lo stesso si può affermare per Toni Kukoc, anch’egli poco propenso a contrasti o litigi, ma anzi collaborativo per il bene della squadra.

Dennis Rodman invece era stradeterminato al raggiungimento di risultati importanti, prestigiosi: questa sua spinta fu decisiva per le sorti di quella squadra, soprattutto dopo che coach e squadra gli riconobbero a livello tecnico un ruolo fondamentale nell’aspetto del gioco difensivo. Un desiderio 8, infatti, gradisce sapere con esattezza che tipo di lavoro, di ruolo, la squadra e il coach vogliono da lui, dopodiché si dedicherà con straordinaria determinazione a svolgere l’incarico al massimo delle sue possibilità.

Michael Jordan infine non desiderava altro che potersi esprimere nella massima libertà, senza particolari schemi o ingabbiamenti e qui la presenza di un allenatore con le caratteristiche di Phil Jackson lo abbia aiutato tanto in questa sua aspirazione.

Questi desideri inconsci si sono andati ad incastrare alla perfezione: non c’erano giocatori con desideri in contrasto e questo – ovviamente unito alle doti di talento possedute dagli atleti – ha determinato il ciclo vincente dei Bulls.

Si sottoliena che non è sempre vero che per arrivare a risultati importanti i giocatori di una squadra debbano per forza andare d’amore e d’accordo. Ci sono esempi di squadre nella storia dello sport che hanno vinto pur avendo spogliatoi a dir poco “bollenti”.

Tuttavia, dopo quasi 30 anni di esperienza come allenatore di pallacanestro posso sicuramente affermare che se all’interno di un gruppo si vengono a creare gerarchie e relazioni ben definite e riconosciute vincere allora diventa sicuramente più semplice.

Lo studio dei numeri è fondamentale proprio per questo,permette in anticipo di capire se un gruppo di persone potrà andare in accordo e credo questa cosa sia di vitale importanza se si vogliono creare gruppi che si possano definire tali