“L’educazione emotiva” e’ cio’ che piu’ scarseggia nel sistema educativo italiano.Ci vorrebbe una formazione specifica per professori,dirigenti,allenatori,che dovrebbero essere scelti anche in base a criteri emotivi e non solo conoscitivi. Se una persona non e’ empatica e coinvolgente non puo’ trasmettere conoscenze. E’ qualcosa che non si puo’ imparare”.
Questo concetto può essere esteso a tutti i campi nei quali si deve trasmettere qualcosa agli altri,li si deve coinvolgere,appassionare e capire emotivamente.
Ma come può un istituzione scolastica o il dirigente di una società o chiunque sia chiamato a comandare delle persone capire se un individuo è adatto o meno a ricoprire un ruolo,se possiede doti emotive sufficienti,se insomma può essere un valido “educatore”?
La risposta è che non può farlo o per lo meno non può farlo in maniera scientifica ma solo limitandosi a valutare quelle che sono le “impressioni” che quella persona ha suscitato in lui o in coloro coi quali ha interagito.
Ma le impressioni non sono quasi mai quello che un soggetto è poi realmente dentro e solitamente quello che è “inconsciamente”,a livello di suo possibile potenziale,non è una cosa percepibile in maniera immediata,ma necessita di tempo per essere scoperta.
Con il metodo di profilazione numerica invece è possibile capire fin da subito,o addirittura ancor prima di conoscere una persona,se l’individuo in questione possiede le doti necessarie per ottemperare al compito che gli viene richiesto.Normalmente sono due i fattori che determinano il giudizio valutativo di chi ci osserva.Con la profilazione numerica li ricaviamo in questa maniera:
Apparenza o Maschera (si ottiene sommando le consonanti del nome e cognome e riducendo il tutto ad un unica cifra,es. Luca Retini, L+C+R+T+N, 3+3+9+2+5=22=2+2=4)
Numero o numeri in eccesso (ciòè i numeri che sono maggiormente presenti nel nostro quadro numerico e quindi possono apparire un minimo più evidenti a chi ci osserva).
Questi due elementi sono quelli che suscitano una reazione quasi immediata in chi è chiamato a giudicarci e sono la chiave dell’idea che gli altri si faranno di noi.
Per esempio Apparenza 1 ci farà percepire come una persona forte,sicura,che sa quello che vuole,determinata.
Apparenza 2 invece come un individuo mite,dolce,disponibile,molto collaborativo.
Apparenza 3 trasmetterà di primo acchitto l’idea di una persona allegra,spiritosa,socievole,originale.
All’apparenza si unisce poi il nostro numero in eccesso.
7(lettere P,G,Y) in eccesso ci renderà molto controllati,”freddi”,tendenti alla solitudine e all’introspezione,perfezionisti.
5(E,N,W) in eccesso abbastanza iperattivi e impulsivi,spregiudicati nel pensare e nell’agire,amanti del rischio.
4(D,M,V) in eccesso invece non troppo aperti alle novità, pignoli,votati al lavoro e con eccessivo senso del dovere.
Valutandoci su queste impressioni iniziali che ognuno di noi trasmette inconsciamente agli altri ecco che scaturisce la valutazione sulla nostra adattabilità o meno a un determinato tipo di compito.Con il metodo di profilazione è evidente che questa percezione “iniziale” emerge in maniera ancora più chiara,però ciò non toglie che non possa essere questo uno dei fattori valutativi della nostra persona.Il problema invece è che funziona proprio così, ci viene attribuita un etichetta iniziale sulla base di queste “sensazioni ” di impatto e poi insieme al nostro curriculum si arriva all’assegnazione o meno di un determinato ruolo.
Il metodo di profilazione numerica invece va immediatamente oltre questa impressione “istintuale”,oltre questa maschera,e ci fa subito capire quali sono le reali capacità e potenzialità della persona che siamo chiamati a esaminare.
Vi faccio un esempio prendendo in considerazione un altro fattore del mio studio e cioè la Personalità.
La Personalità si ricava sommando tutte le lettere del proprio nome e cognome(riducendole poi ad un unica cifra) e rappresenta l’insieme delle nostre caratteristiche,i nostri pregi e difetti,le nostre modalità di azione.
Personalità 1 per esempio sarà una persona che ama lavorare da sola,in autonomia,che vuole risolvere i problemi velocemente,senza perdere tempo,una persona coraggiosa,determinata.
Chi possiede queste caratteristiche probabilmente potrebbe essere adatto per gestire in prima persona determinate funzioni all’interno di un azienda o essere per esempio un ottimo dirigente.
Personalità 3 invece tende ad essere un individuo ottimista,un Po superficiale, molto abile nel lavoro creativo a contatto con la gente,una persona capace anche di improvvisare,piena di inventiva.
Con queste peculiarità per esempio un ruolo di animatore,di artista creativo,di un qualcosa comunque dove sia richiesto relazionarsi con altre persone potrebbe essere di certo molto appropriato.
Analizzo un secondo aspetto del mio metodo,la presenza contemporanea dei numeri 2-5-8 (lettere B-K-T il 2,E-N-W il 5,H-Q-Z l’8).Chi possiede questo terzetto numerico nel suo nome e cognome sarà di certo una persona empatica,una persona capace di ascoltare veramente e mettersi nei panni dell’altro,una persona a cui gli altri si rivolgeranno per magari confidare le loro problematiche,una persona che potrà avere il suo peso positivo all’interno di un gruppo,all’interno di uno spogliatoio sportivo.
Vi ho portato solo due esempi su alcuni dei molteplici aspetti che caratterizzano il mio metodo di studio basato sui numeri.E’ evidente che avvalendosi di questa metodologia è veramente possibile capire fin dal principio che tipo di soggetto abbiamo davanti e di conseguenza è molto più semplice e “scientifico” assegnarlo al ruolo per lui più adatto e congeniale senza limitarsi soltanto all’impressione che ci fornisce quando lo conosciamo la prima volta o su quello che ci hanno riferito altri sul suo conto.
Capite quindi molto bene che importanza fondamentale può assumere un simile strumento per chi ogni giorno è impegnato e deve avere a che fare con la gestione o la scelta di persone.